Voluta dal Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, Paolo Sabbatini, sotto la direzione artistica e la direzione dal Maestro Angelo Gregorio l’Orchestra Limadou conta 11 maestri poli strumentisti provenienti da tutta Europa che danno voce alle melodie di Padre Matteo Ricci in occasione 470° anniversario della sua nascita. Unico nel suo genere questo omaggio musicale reinterpreta alcune di queste antiche e suggestive musiche risuonandole e rivivendole in chiave moderna. Dalla musica tradizionale cinese passando per i madrigali, il blues, la musica latina e il jazz, un viaggio musicale in quattro movimenti scritti e orchestrati dal Jazzista Maestro Angelo Gregorio.
l’Orchestra Limadou conta 11 maestri poli strumentisti provenienti da tutta Europa che danno voce alle melodie di Padre Matteo Ricci in occasione del 400° anniversario della sua morte.
Valentina Volpe Andreazza – mezzo soprano
Ana de Oliveira – mezzo soprano
Roberta Bambilla – arpa
Eugenie Defréigne – violoncello
Marie Ghitta – viola
Julien Gillain – violino, pianoforte, canto
Arthur Hirtz – sassofono baritono, clarinetto basso, flauto, canto
Nathan Surquin – trombone, canto
Fil Caporali – contrabbasso, canto
Lucas Vanderputten – batteria, canto
Angelo Gregorio – sassofoni, glockenspiel, canto, compositore, arrangiatore
Unico nel suo genere questo omaggio musicale reinterpreta alcune delle antiche e suggestive musiche di Padre Matteo Ricci risuonandole e rivivendole in chiave moderna. Dalla musica tradizionale cinese passando per i madrigali, il blues, la musica latina e il jazz, un viaggio musicale in quattro movimenti scritti e orchestrati dal Jazzista Maestro Angelo Gregorio.
Questo poema sinfonico non segue una presentazione e uno sviluppo rigoroso di temi musicali come farebbe sotto la forma-sonata. Invece esso segue uno schema episodico sciolto, in cui i motivi, melodie ricorrenti associate a un oggetto, ad un momento, ad un testo di padre Ricci, sono trasformate tematicamente. I temi si mescolano in nuovi e inaspettati modelli di ordini e tre o quattro strutture di movimento si riuniscono in una sola in un continuo processo creativo. Un poema sinfonico per omaggiare il primo mediatore culturale di tutti i tempi.
Nella cultura cinese si conferisce al salice la capacità di allontanare gli spiriti maligni. In questo primo movimento il compositore ha immaginato padre Ricci pregare affinché il suo lungo viaggio, da Roma a Lisbona poi a Doa e infine a Pechino andasse a buon fine. Una melodia ondeggiante rievoca le onde dei mari che ha solcato, a volte miti a volte tempestosi. Nella musica vi si trovano immagini della giovinezza di padre Ricci che si mescolano al tumulto delle onde fino a giungere li dove il suo vero viaggio ha inizio. Le melodie che hanno ispirato questo movimento sono quelle del brano tradizionale cinese Liu ye jin.
Nella cultura cinese si conferisce al salice la capacità di allontanare gli spiriti maligni. In questo primo movimento il compositore ha immaginato padre Ricci pregare affinché il suo lungo viaggio, da Roma a Lisbona poi a Doa e infine a Pechino andasse a buon fine. Una melodia ondeggiante rievoca le onde dei mari che ha solcato, a volte miti a volte tempestosi. Nella musica vi si trovano immagini della giovinezza di padre Ricci che si mescolano al tumulto delle onde fino a giungere li dove il suo vero viaggio ha inizio. Le melodie che hanno ispirato questo movimento sono quelle del brano tradizionale cinese Liu ye jin.
In questo movimento il compositore si è chiesto se padre Ricci avesse mai avuto un ripensamento in merito al suo viaggio, alla sua missione. Una melodia in canone affidata ai legni e agli ottoni vuole rappresentare i pensieri di ricci che si intrecciano ed inerpicano lasciando padre Ricci senza fiato, quasi soffocato. Ma la fede, la mitezza e l’umiltà di padre Ricci trovano nuova linfa invocando la beata vergine Maria che dona al prelato la forza per portare avanti la sua missione. Ancora di più gli universi musicali occidentali, madrigali e melodie contrappuntistiche, si fondono con linee melodiche pentatoniche, simbolo della cultura cinese. Le melodie che hanno ispirato questo movimento sono quelle del brano brano Bei ma’ao di Wu Li (17010) e di Sheng ge di Buglio (1676) e Kircher (1599).
Due culture che “bruciano” e si saldano assieme proprio come gli olii di sandalo e aloe usati durante le meditazioni. Questo ultimo movimento sigilla la missione compiuta di Padre Matteo Ricci esempio concreto e fattuale di come l’accettare le differenze rende ricchi e impreziosisce. Missionario e umanista attraverso la sua apertura culturale capisce che il vero dialogo nasce dall’ascolto. Il movimento si apre con le voci maschili che intonano una melodia dal carattere gregoriano. Una reminiscenza del passato occidentale di padre Ricci che si infrange in una ritmo con una melodia pentatonica cinese che il compositore trasforma all’improvviso in bossanova per poi rimescolare oriente e occidente in un crescendo finale dove riecheggiano tutte le melodie degli altri movimenti. Le melodie che hanno ispirato questo movimento sono quelle del brano Xi shifan yinyue pu / Shen’er fu di Amiot (1779).